Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato

Tipicissimo vitigno piemontese, già citato in un documento del 1514 nei pressi di Chieri, oggi copre il 35% del suolo viticolo piemontese. E’ un’uva generosa, che, a seconda delle condizioni ambientali, può dare vini leggeri oppure da lungo affinamento. Dà vini molto colorati e dai sentori fruttati, soprattutto di ciliegia; piuttosto acidi e alcolici, con tannini gentili. Si giova molto dell’invecchiamento in legno.

Sebbene vi siano fondate ragioni per ipotizzare la sua coltivazione in loco fin dal Medio Evo, la comparsa storiografica della Barbera è datata 1512, anno a cui risale un atto catastale del Comune di Chieri in cui se ne segnala la presenza. Grazie ad un’immediata diffusione su tutto il territorio la Barbera divenne ben presto il vino che i contadini destinarono al proprio consumo, contribuendo così a costruire quel rapporto quotidiano che ne rappresenta il più profondo tratto identitario.

Diffusasi ben presto in tutto il Monferrato, l’astesano e l’alessandrino, entrò nel novero dei vitigni piemontesi grazie al suo inserimento nella prima versione della “Ampelografia”, redatta nel 1798 dal Conte Nuvolone. Sono questi gli anni in cui conquista le grandi città limitrofe e in seguito, grazie alla neonata ferrovia verso il porto di Genova, anche i mercati internazionali.

Dopo un lungo periodo in cui ha continuato ad animare i territori circostanti, la Barbera d’Asti ha conosciuto un nuovo rilancio a partire dagli anni ’80, grazie ad un gruppo di produttori decisi ad accrescerne la qualità complessiva per il tramite di un grande lavoro tanto in campo, quanto in cantina.

Allevata sulle colline meglio esposte dell’astigiano e del Monferrato, la Barbera è vendemmiata solitamente nella seconda metà di settembre. Se in campo il processo produttivo è univoco, improntato come è alla ricerca della qualità, in cantina sono due le interpretazioni affermatesi. Accanto alla vinificazione in acciaio, che dà vita a vini più freschi ed immediati, si è sviluppato l’uso di barriques e botti, finalizzate a produrre la tipologia Superiore, maggiormente complessa e destinata a un consumo posticipato nel tempo. Seppur immediato e di facile beva, la Barbera d’Asti è un vino capace di attendere per anni il momento migliore per essere consumato.

a Barbera d’Asti Docg si presenta di colore rosso rubino, brillante e profondo, che con il tempo vira al granato. Al naso è intensa, vigorosa, alcolica. Le note vinose che la contraddistinguono in gioventù si accompagnano ad un ampio bouquet di frutti rossi, dapprima croccanti ed in seguito maturi, quali ciliegia, mora, lampone e prugna. La tipologia Superiore, grazie al suo passaggio in legno si arricchisce anche di note speziate, tipicamente di vaniglia e cacao, per dar evita ad un vino complesso.

In bocca è immediata, grazie ad un piacevole nerbo acido che ci prepara ad un vino asciutto ed intenso, di buona presenza nel centro bocca, dove il frutto si sposa ad una delicata nota floreale. Caratterizzata da una piacevole sapidità, la Barbera d’Asti si presenta rotonda e ben bilanciata nelle varie componenti organolettiche. Nella versione Superiore le sensazioni si fanno più complesse, con note di cioccolato, vaniglia e caffè che ben si sposano alla dolcezza del frutto, comunque presente.

Nel complesso la Barbera d’Asti, specialmente nella tipologia Superiore, si presenta come un vino intenso, complesso e persistente, equilibrato nelle sue componenti dure e morbide, in cui emerge una freschezza capace di rinnovare ogni assaggio, per questo unico e irripetibile.