I Vitigni

Barbera

Tipicissimo vitigno piemontese, giu00e0 citato in un documento del 1514 nei pressi di Chieri, oggi copre il 35% del suolo viticolo piemontese. Eu2019 unu2019uva generosa, che, a seconda delle condizioni ambientali, puu00f2 dare vini leggeri oppure da lungo affinamento. Du00e0 vini molto colorati e dai sentori fruttati, soprattutto di ciliegia; piuttosto acidi e alcolici, con tannini gentili. Si giova molto dellu2019invecchiamento in legno.

Grignolino

Vitigno che in Piemonte ha radici antiche, tanto che si ritrova in documenti risalenti al XIII secolo. Eu2019 unu2019uva atipica poco colorata, appare di un blu tenue tendente al viola, con aree piu00f9 chiare, fino ad arrivare al rosso scuro. Unu2019altra particolaritu00e0 dellu2019uva u00e8 lu2019abbondanza di semi, detti appunto, u201cgrignoleu201d in piemontese: una non perfetta maturazione e vinificazione puu00f2 portare ad avere vini eccessivamente amari e astringenti. Il vino del Grignolino ha colore scarico, ma brillante; bisogna peru00f2 evitare di lasciarsi influenzare dalla vita, perchu00e9 giu00e0 al naso arriva un elaborato bouquet di spezie e pepe, che ci fa comprendere il lato nobile del Grignolino. In bocca il tannino u00e8 presente e lu2019aciditu00e0 relativamente elevata pulisce il palato, u00e8 un vino che si adatta molto bene ai piatti a base di pesce o verdure.

Brachetto

Uva rossa aromatica, dal sapore moscato. Brachetto u00e8 un nome che condividono diverse uve rosse aromatiche in Piemonte, nel Roero u00e8 da sempre diffuso il Birbu00e9t, ciou00e8 il Brachetto dal grappolo lungo, che fa dei grappoli veramente fuori dalla norma! Noi abbiamo sia il Birbu00e9t che il Brachetto du2019Acqui, che invece ha un grappolo piu00f9 piccolo e colorato. Viene vinificato come vino dolce. I vini del Brachetto hanno un colore rosso rubino scarico e un eccezionale e intensissimo profumo di rosa e frutti, ideali per i dessert.

Arneis

Lu2019uva bianca caratteristica del Roero. I primi documenti che testimoniano la sua presenza in questa zona risalgono al XVI secolo. Inizialmente lu2019Arneis u00e8 stato il vino dolce da contrapporre al Moscato prodotto dallu2019altra parte del Tanaro. Fu rivalutato a partire dagli anni u201970, grazie agli sforzi dei privati e della ricerca scientifica, per dare al Piemonte il suo vino bianco: il successo di questo progetto ha dato il lu00e0 ad una lunga serie di altre rivalutazioni di vitigni dimenticati. Il vino dellu2019Arneis ha profumi fruttati, come la pera, che possono talora ricordare anche frutti esotici come il frutto della passione; al palato si esprime la contenuta aciditu00e0 e la sapiditu00e0, che ne fanno un vino relativamente facile da bere, ottimo con il pesce, gli antipasti e come aperitivo.

Freisa

Unu2019uva rossa, parente stretta del piu00f9 celebre Nebbiolo. Condivide con questu2019ultimo il colore scarico e la grande struttura, che peru00f2 nella Freisa u00e8 meno aggraziata, perchu00e9 una frazione importante dei tannini deriva dai vinaccioli. La raccolta al momento giusto e lu2019allontanamento dei semi permettono di ottenere vini piu00f9 gentili e piacevoli, cosu00ec da poter gustare maggiormente i sentori di viola e frutti.

Nebbiolo

Uno dei piu00f9 importanti vitigni italiani, se ne attesta la presenza in Piemonte giu00e0 nel 1266. Eu2019 un uva poco colorata ma ricca di tannini, tanto che i vini giovani possono sembrare un pou2019 rudi, ma poi, con la maturazione, ottengono un palato strutturato ed elegante, oltre a sprigionare la grande complessitu00e0 aromatica di questu2019uva.

Croatina

Unu2019uva di origine ignota, ma che secoli fa ha trovato una casa nel territorio di Cisterna du2019Asti, qui viene attestata giu00e0 in un documento del u2018700. Eu2019 unu2019uva molto ricca sia in tannini che in antociani; inoltre, i tannini sono di elevata qualitu00e0, essendo originari quasi esclusivamente della buccia. La Croatina du00e0 vini intensamente colorati, al naso importanti con note speziate e fruttate, il tannino u00e8 presente, forse un pou2019rugoso, perchu00e9 abbondante, ma piacevole.

Bonarda

Nella storia si sono viste, in Piemonte e nel vicino Oltrepu00f2 Pavese, tanti vitigni chiamati u201cBonardau201d, ora si u00e8 fatta luce sulla vera Bonarda, quella piemontese, da non confondere con lu2019Uva Rara, il Refosco e la Croatina. La Bonarda piemontese u00e8 un vitigno produttivo, che du00e0 vini intensamente colorati, con una buona struttura; al naso note vegetali di verdure e affumicato accompagnano i sentori fruttati.

Dolcetto

Vitigno tipicamente piemontese, da sempre u00e8 la base del vino di tutti i giorni. Eu2019 unu2019uva produttiva ma capricciosa: a volte, in prossimitu00e0 della vendemmia, il rachide dissecca e basta un minimo movimento per far cadere gran parte degli acini; allora si deve vendemmiare con delicatezza. Du00e0 un vino dal sentore caratteristico, difficile da definire, dolce ma allo stesso tempo austero; in bocca si rimane colpiti perchu00e9 non viene ricambiata la speranza di dolcezza che si aveva al naso. Forse u00e8 da questo che deriva il suo nome, dalla proverbiale ironia piemontese di dire il contrario della realtu00e0, di dire dolcetto a qualcosa che invece u00e8 amaro, ma u00e8 un amaro leggero, amabile, che gli conferisce la qualitu00e0 di poter essere bevuto bene praticamente con ogni piatto.